Il bando si identifica come operazione di importanza strategica, promuove l’adozione di modalità organizzative flessibili e misure di welfare di conciliazione, volte a garantire alle lavoratrici e ai lavoratori un miglior equilibrio tra vita lavorativa e cure familiari e favorire anche attraverso la corresponsabilità dei compiti di cura la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro.
La misura eroga contributi ai datori di lavoro che a far data dal presente Avviso adottano ed attuano Piani di welfare di conciliazione, definiti in considerazione dei bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori; incentiva, inoltre, la costituzione di Reti di welfare territoriale per l’attivazione di servizi di conciliazione, da erogare a lavoratrici/tori e alle loro famiglie.
L’adozione di misure di conciliazione, destinate prioritariamente ad una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro, è promossa nella prospettiva della certificazione della parità di genere, introdotta dalla legge n. 162/2021
Le difficoltà a conciliare lavoro e impegni familiari ingenerano un calo della felicità personale, conflittualità nei luoghi di lavoro e ridotto benessere sociale. Al contrario, si rileva come le aziende attente alle necessità dei lavoratori favoriscano un rapporto di fiducia che stimola la motivazione ed il coinvolgimento, generando un impatto positivo sulla qualità del lavoro e sulla produttività interna.
Conciliare i tempi di vita e di lavoro è dunque un tema determinante per le donne, per la società e per le aziende stesse.
È importante, dunque, che il tema della conciliazione vita–lavoro entri sempre più a far parte della cultura di impresa, prevedendo
I progetti possono essere presentati da datori di lavoro in possesso dei seguenti requisiti:
a. avere la sede interessata dal Piano di welfare, sede legale e/o unità operativa, localizzata in Toscana.
Il suddetto requisito dovrà risultare:
b. avere almeno 1 dipendente;
c. per imprese, società tra professionisti etc. tenuti all’iscrizione alla CCIAA: essere regolarmente iscritti presso il registro delle imprese della CCIAA territorialmente competente con stato attivo;
d. per i liberi professionisti: essere regolarmente iscritti ad albi, elenchi, ordini o collegi professionali ove obbligatorio per legge; o essere iscritti ad associazioni professionali inserite nell'elenco di cui alla L. 4/2013 e/o alla L. R. n. 73/2008; o essere iscritti alla Gestione Separata dell'INPS e in ogni caso in possesso di partita IVA attiva rilasciata da parte delle Agenzia delle Entrate per lo svolgimento dell'attività e risultante dalla sezione anagrafica del cassetto fiscale;
e. non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione coatta, liquidazione volontaria, concordato preventivo, né avere in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni nei propri confronti laddove pertinente;
f. essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori e con le contribuzioni agli Enti Paritetici ove espressamente previsto dai Contratti Collettivi Nazionali Interconfederali o di Categoria;
g. essere in regola con la normativa vigente in materia di sicurezza del lavoro;
h. essere in regola con quanto previsto dal Codice per le pari opportunità (D.Lgs. 198/2006) da ultimo modificato dalla legge 162/2021;
i. essere in regola con le assunzioni previste dalla Legge n.68 del 12/03/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” e ss.mm.ii. in materia di collocamento mirato ai disabili;
j. essere in regola con la normativa sugli aiuti di Stato in regime “de minimis”.
Sono ammissibili le spese sostenute dai beneficiari di progetto.
Il piano finanziario dei progetti, rappresentato dalla scheda preventivo di cui al precedente articolo, dovrà essere definito dai Costi diretti ammissibili maggiorati di un tasso forfettario del 7% a copertura dei costi indiretti (Regolamento UE 1060/2021 art.54, lett.a) come disciplinata nel Manuale per i beneficiari FSE+ 2021-2027 di cui alla D.G.R. n.610 del 5 giugno 2023, Allegato A Sezione B.
In particolare, il piano finanziario dovrà essere predisposto valorizzando - a costi reali - le sole voci di spesa riguardanti i costi diretti sotto indicati:
B.2.1 DOCENZA/ORIENTAMENTO
B.2.3 Personale tecnico–amministrativo
B.4.7 Consulenti/ricercatori
B.2.7 Buoni servizi
B.2.10 Costi per servizi
Affidati al nostro team di esperti per vincere questo bando!
Il bando si identifica come operazione di importanza strategica, promuove l’adozione di modalità organizzative flessibili e misure di welfare di conciliazione, volte a garantire alle lavoratrici e ai lavoratori un miglior equilibrio tra vita lavorativa e cure familiari e favorire anche attraverso la corresponsabilità dei compiti di cura la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro.
La misura eroga contributi ai datori di lavoro che a far data dal presente Avviso adottano ed attuano Piani di welfare di conciliazione, definiti in considerazione dei bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori; incentiva, inoltre, la costituzione di Reti di welfare territoriale per l’attivazione di servizi di conciliazione, da erogare a lavoratrici/tori e alle loro famiglie.
L’adozione di misure di conciliazione, destinate prioritariamente ad una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro, è promossa nella prospettiva della certificazione della parità di genere, introdotta dalla legge n. 162/2021
Le difficoltà a conciliare lavoro e impegni familiari ingenerano un calo della felicità personale, conflittualità nei luoghi di lavoro e ridotto benessere sociale. Al contrario, si rileva come le aziende attente alle necessità dei lavoratori favoriscano un rapporto di fiducia che stimola la motivazione ed il coinvolgimento, generando un impatto positivo sulla qualità del lavoro e sulla produttività interna.
Conciliare i tempi di vita e di lavoro è dunque un tema determinante per le donne, per la società e per le aziende stesse.
È importante, dunque, che il tema della conciliazione vita–lavoro entri sempre più a far parte della cultura di impresa, prevedendo
I progetti possono essere presentati da datori di lavoro in possesso dei seguenti requisiti:
a. avere la sede interessata dal Piano di welfare, sede legale e/o unità operativa, localizzata in Toscana.
Il suddetto requisito dovrà risultare:
b. avere almeno 1 dipendente;
c. per imprese, società tra professionisti etc. tenuti all’iscrizione alla CCIAA: essere regolarmente iscritti presso il registro delle imprese della CCIAA territorialmente competente con stato attivo;
d. per i liberi professionisti: essere regolarmente iscritti ad albi, elenchi, ordini o collegi professionali ove obbligatorio per legge; o essere iscritti ad associazioni professionali inserite nell'elenco di cui alla L. 4/2013 e/o alla L. R. n. 73/2008; o essere iscritti alla Gestione Separata dell'INPS e in ogni caso in possesso di partita IVA attiva rilasciata da parte delle Agenzia delle Entrate per lo svolgimento dell'attività e risultante dalla sezione anagrafica del cassetto fiscale;
e. non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione coatta, liquidazione volontaria, concordato preventivo, né avere in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni nei propri confronti laddove pertinente;
f. essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori e con le contribuzioni agli Enti Paritetici ove espressamente previsto dai Contratti Collettivi Nazionali Interconfederali o di Categoria;
g. essere in regola con la normativa vigente in materia di sicurezza del lavoro;
h. essere in regola con quanto previsto dal Codice per le pari opportunità (D.Lgs. 198/2006) da ultimo modificato dalla legge 162/2021;
i. essere in regola con le assunzioni previste dalla Legge n.68 del 12/03/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” e ss.mm.ii. in materia di collocamento mirato ai disabili;
j. essere in regola con la normativa sugli aiuti di Stato in regime “de minimis”.
Sono ammissibili le spese sostenute dai beneficiari di progetto.
Il piano finanziario dei progetti, rappresentato dalla scheda preventivo di cui al precedente articolo, dovrà essere definito dai Costi diretti ammissibili maggiorati di un tasso forfettario del 7% a copertura dei costi indiretti (Regolamento UE 1060/2021 art.54, lett.a) come disciplinata nel Manuale per i beneficiari FSE+ 2021-2027 di cui alla D.G.R. n.610 del 5 giugno 2023, Allegato A Sezione B.
In particolare, il piano finanziario dovrà essere predisposto valorizzando - a costi reali - le sole voci di spesa riguardanti i costi diretti sotto indicati:
B.2.1 DOCENZA/ORIENTAMENTO
B.2.3 Personale tecnico–amministrativo
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B.2.7 Buoni servizi
B.2.10 Costi per servizi
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