Il bando ha l’obiettivo di sostenere concreti processi di reinserimento sociale e lavorativo di persone in esecuzione penale, favorendone la progressiva autonomia, con l’intento di dare piena attuazione alla funzione rieducativa della pena e ridurre i tassi di recidiva nel lungo periodo.
I progetti finanziati adotteranno un approccio integrato e orientato a dare una reale ed effettiva ‘seconda possibilità’ ai detenuti con pena definitiva residua non superiore ai quattro anni intra o extra moenia, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità.
La Fondazione, ritenendo il lavoro componente fondamentale del processo rieducativo, sosterrà progetti sperimentali a carattere multidimensionale e sistemico finalizzate a garantire opportunità lavorative dignitose ai detenuti e al contempo percorsi di responsabilizzazione della comunità, promuovendo reti di sostegno accoglienti e inclusive e percorsi di riparazione.
Tutti i progetti finanziati dovranno includere la componente occupazionale quale strumento di riscatto e inclusione sociale dei detenuti, favorendo l’incontro dinamico tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso l’attivazione e/o il potenziamento di servizi volti a garantire un'adeguata connessione dentro-fuori il carcere. I progetti dovranno inoltre mettere al centro le persone in esecuzione penale e porre attenzione anche a tutte le altre dimensioni rilevanti di vita (es. abitativa, sanitaria, legale, ...) promuovendo l’acquisizione di life skill e il rafforzamento delle relazioni affettive, funzionali a garantire l’efficacia dei percorsi di reinserimento.
Gli interventi dovranno integrarsi con le politiche e le risorse pubbliche esistenti, senza sovrapporsi a misure di sostegno già attive e favorire una programmazione condivisa tra pubblico, privato e terzo settore per un reinserimento integrato e coordinato dei detenuti.
Al fine di ridurre il pregiudizio verso la detenzione e contribuire a rendere stabili i percorsi occupazionali e di reinserimento sociale, sarà determinante creare o rafforzare contesti lavorativi e comunitari adeguati attraverso percorsi di sensibilizzazione del mondo produttivo e, più in generale, della cittadinanza.
Il soggetto responsabile può presentare una sola proposta di progetto e, alla data di pubblicazione del bando, deve:
a) essere un ente in possesso dei requisiti previsti dal Codice del terzo settore (D.lgs. 117/2017), già iscritto al Registro Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) o con una richiesta pendente di integrazione/rettifica o, nelle more del processo di perfezionamento del RUNTS, iscritto alla
previgente anagrafe delle ONLUS;
b) essere costituito prima del 1° gennaio 2022, in forma di atto pubblico oppure di scrittura privata autenticata o registrata;
c) avere la sede legale e/o operativa nella/e regione/i del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) oggetto di intervento;
d) non avere progetti finanziati dalla Fondazione in corso, in qualità di soggetto responsabile;
e) svolgere attività coerenti con la missione della Fondazione.
Ogni partenariato, oltre al soggetto responsabile, dovrà prevedere la partecipazione di almeno un altro ente del terzo settore e di ogni struttura penitenziaria competente in relazione alla tipologia di beneficiari coinvolti nell’intervento.
In fase di rendicontazione, saranno considerate non ammissibili voci di spesa quali:
a) erogazioni di contributi finanziari (finalizzati, ad esempio, al finanziamento di altri progetti);
b) fatture emesse da partner del progetto nei confronti del soggetto responsabile. Le spese eventualmente sostenute dai partner del progetto andranno documentate con le stesse modalità previste per il soggetto responsabile;
c) spese sostenute da enti consorziati o associati ai partner del progetto non presenti tra i soggetti della partnership;
d) spese di progettazione della proposta presentata;
e) spese per la creazione di nuovi siti internet;
f) spese sostenute prima dell’avvio formale del progetto;
g) oneri finanziari, commissioni bancarie e di agenzie, ammortamenti, buoni pasto, fee, tasse di registrazione contratti;
h) spese di struttura (es. utenze, cancelleria, condominio, etc.);
i) qualsiasi costo che non dia luogo ad un esborso monetario (quali, ad esempio, valorizzazione del lavoro volontario, immobili messi a disposizione delle attività progettuali);
j) spese forfettarie o autocertificate (tutte le spese sostenute devono essere dimostrate da appositi giustificativi di spesa quietanzati: buste paga, fatture, ricevute, etc.);
k) spese finalizzate all’acquisto e/o alla costruzione di infrastrutture fisiche immobiliari;
l) spese per la ristrutturazione di infrastrutture fisiche immobiliari che eccedano la percentuale massima prevista dal bando (30%)
Affidati al nostro team di esperti per vincere questo bando!
Il bando ha l’obiettivo di sostenere concreti processi di reinserimento sociale e lavorativo di persone in esecuzione penale, favorendone la progressiva autonomia, con l’intento di dare piena attuazione alla funzione rieducativa della pena e ridurre i tassi di recidiva nel lungo periodo.
I progetti finanziati adotteranno un approccio integrato e orientato a dare una reale ed effettiva ‘seconda possibilità’ ai detenuti con pena definitiva residua non superiore ai quattro anni intra o extra moenia, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità.
La Fondazione, ritenendo il lavoro componente fondamentale del processo rieducativo, sosterrà progetti sperimentali a carattere multidimensionale e sistemico finalizzate a garantire opportunità lavorative dignitose ai detenuti e al contempo percorsi di responsabilizzazione della comunità, promuovendo reti di sostegno accoglienti e inclusive e percorsi di riparazione.
Tutti i progetti finanziati dovranno includere la componente occupazionale quale strumento di riscatto e inclusione sociale dei detenuti, favorendo l’incontro dinamico tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso l’attivazione e/o il potenziamento di servizi volti a garantire un'adeguata connessione dentro-fuori il carcere. I progetti dovranno inoltre mettere al centro le persone in esecuzione penale e porre attenzione anche a tutte le altre dimensioni rilevanti di vita (es. abitativa, sanitaria, legale, ...) promuovendo l’acquisizione di life skill e il rafforzamento delle relazioni affettive, funzionali a garantire l’efficacia dei percorsi di reinserimento.
Gli interventi dovranno integrarsi con le politiche e le risorse pubbliche esistenti, senza sovrapporsi a misure di sostegno già attive e favorire una programmazione condivisa tra pubblico, privato e terzo settore per un reinserimento integrato e coordinato dei detenuti.
Al fine di ridurre il pregiudizio verso la detenzione e contribuire a rendere stabili i percorsi occupazionali e di reinserimento sociale, sarà determinante creare o rafforzare contesti lavorativi e comunitari adeguati attraverso percorsi di sensibilizzazione del mondo produttivo e, più in generale, della cittadinanza.
Il soggetto responsabile può presentare una sola proposta di progetto e, alla data di pubblicazione del bando, deve:
a) essere un ente in possesso dei requisiti previsti dal Codice del terzo settore (D.lgs. 117/2017), già iscritto al Registro Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) o con una richiesta pendente di integrazione/rettifica o, nelle more del processo di perfezionamento del RUNTS, iscritto alla
previgente anagrafe delle ONLUS;
b) essere costituito prima del 1° gennaio 2022, in forma di atto pubblico oppure di scrittura privata autenticata o registrata;
c) avere la sede legale e/o operativa nella/e regione/i del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) oggetto di intervento;
d) non avere progetti finanziati dalla Fondazione in corso, in qualità di soggetto responsabile;
e) svolgere attività coerenti con la missione della Fondazione.
Ogni partenariato, oltre al soggetto responsabile, dovrà prevedere la partecipazione di almeno un altro ente del terzo settore e di ogni struttura penitenziaria competente in relazione alla tipologia di beneficiari coinvolti nell’intervento.
In fase di rendicontazione, saranno considerate non ammissibili voci di spesa quali:
a) erogazioni di contributi finanziari (finalizzati, ad esempio, al finanziamento di altri progetti);
b) fatture emesse da partner del progetto nei confronti del soggetto responsabile. Le spese eventualmente sostenute dai partner del progetto andranno documentate con le stesse modalità previste per il soggetto responsabile;
c) spese sostenute da enti consorziati o associati ai partner del progetto non presenti tra i soggetti della partnership;
d) spese di progettazione della proposta presentata;
e) spese per la creazione di nuovi siti internet;
f) spese sostenute prima dell’avvio formale del progetto;
g) oneri finanziari, commissioni bancarie e di agenzie, ammortamenti, buoni pasto, fee, tasse di registrazione contratti;
h) spese di struttura (es. utenze, cancelleria, condominio, etc.);
i) qualsiasi costo che non dia luogo ad un esborso monetario (quali, ad esempio, valorizzazione del lavoro volontario, immobili messi a disposizione delle attività progettuali);
j) spese forfettarie o autocertificate (tutte le spese sostenute devono essere dimostrate da appositi giustificativi di spesa quietanzati: buste paga, fatture, ricevute, etc.);
k) spese finalizzate all’acquisto e/o alla costruzione di infrastrutture fisiche immobiliari;
l) spese per la ristrutturazione di infrastrutture fisiche immobiliari che eccedano la percentuale massima prevista dal bando (30%)
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Finanziamento per il reinserimento sociale e lavorativo.
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