La Fondazione attraverso il Bando intende sostenere progetti capaci di connettere, rafforzare e/o innovare i servizi rivolti a persone anziane e alle loro famiglie, nella ricerca di soluzioni che migliorino la capacità di rispondere in modo più flessibile, accessibile e tempestivo all’insorgere di bisogni sempre più diffusi e complessi, attraverso la ricomposizione delle risorse disponibili e una migliore integrazione tra risposte sociali e sanitarie e il coinvolgimento della comunità.
In quest’ottica il bando intende dunque ridurre la distanza tra bisogni e servizi, uscendo da una logica puramente assistenziale e/o prestazionale, favorendo un approccio di presa in carico multidimensionale che risponda anche a bisogni legati alla sfera sociale-relazionale dell’anziano e della famiglia.
I progetti dovranno essere presentati obbligatoriamente da un partenariato composto da un minimo di due organizzazioni, incentivando, anche a livello di rete, la progettazione condivisa tra pubblico e privato sociale. Il capofila dovrà possedere requisiti e competenze di natura organizzativa, economica e relazionale che dimostrino la capacità di catalizzare e coordinare gli attori e le risorse della comunità. In caso di capofila pubblico, l’accordo di partenariato dovrà essere supportato dai relativi atti amministrativi.
Il progetto potrà essere supportato da una rete territoriale che contribuirà come parte attiva alla progettazione e alla realizzazione delle attività proposte. Potranno essere soggetti della rete territoriale enti locali, organizzazioni del privato sociale, imprese, associazioni di categoria, associazioni imprenditoriali, enti di formazione, scuole e tutti gli enti pubblici e privati funzionali allo scopo. Potranno però essere beneficiari di contributo, a titolo di capofila e/o partner, solo gli enti ammissibili indicati nei “Criteri generali per la concessione di contributi”.
I soggetti capofila di progetti che hanno beneficiato di un contributo nell’edizione precedente del bando, non possono candidarsi nuovamente nel ruolo di capofila.
I progetti dovranno favorire interventi che agiscano in un’ottica di sistema/filiera, ricomponendo le risorse disponibili, ivi comprese quelle comunitarie. Le proposte dovranno lavorare sul potenziamento e l’innovazione delle risposte territoriali, operando sul fronte dell’intercettazione precoce e presa in carico di situazioni di fragilità (degli anziani e delle loro famiglie) non ancora in carico ai servizi e/o sul fronte del bisogno conclamato e della non autosufficienza. Ove opportuno, sarà possibile sperimentare l’utilizzo di nuove tecnologie e del digitale a supporto dell’intervento.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, si identificano alcune possibili aree d’intervento:
• orientamento, intercettazione e presa in carico di nuovi beneficiari non ancora in carico ai servizi, così da includere anziani e famiglie che non sono a conoscenza delle risorse disponibili sul territorio o non trovano risposte ai loro bisogni, attivando ad esempio iniziative in grado di ricomporre le richieste di aiuto e di semplificare i percorsi di attivazione dei servizi attraverso un unico accesso;
• attivazione e/o potenziamento di misure a supporto della domiciliarità (servizi infermieristici, cura della persona, consegna spesa e farmaci a domicilio, socialità, trasporti per visite mediche, supporto psicologico, formazione) fornite anche con l’apporto di volontari, che agiscano in modo integrato e complementare al lavoro degli operatori.
• creazione di presidi territoriali e servizi di prossimità che, in rete con le infrastrutture sociali e sanitarie esistenti, supportino gli anziani e le famiglie di fronte all’insorgenza di specifiche problematiche, anche improvvise (es. servizi dedicati alle demenze, servizi di supporto alle dimissioni protette innovativi e aperti alla comunità, centri diurni/anziani “rivisitati”) che integrino competenze professionali diverse a supporto dell’anziano (MMG, farmacisti, psicologi, infermieri di comunità, educatori, animatori) e al contempo offrano occasioni di sollievo per famiglie e caregiver.
Affidati al nostro team di esperti per vincere questo bando!
La Fondazione attraverso il Bando intende sostenere progetti capaci di connettere, rafforzare e/o innovare i servizi rivolti a persone anziane e alle loro famiglie, nella ricerca di soluzioni che migliorino la capacità di rispondere in modo più flessibile, accessibile e tempestivo all’insorgere di bisogni sempre più diffusi e complessi, attraverso la ricomposizione delle risorse disponibili e una migliore integrazione tra risposte sociali e sanitarie e il coinvolgimento della comunità.
In quest’ottica il bando intende dunque ridurre la distanza tra bisogni e servizi, uscendo da una logica puramente assistenziale e/o prestazionale, favorendo un approccio di presa in carico multidimensionale che risponda anche a bisogni legati alla sfera sociale-relazionale dell’anziano e della famiglia.
I progetti dovranno essere presentati obbligatoriamente da un partenariato composto da un minimo di due organizzazioni, incentivando, anche a livello di rete, la progettazione condivisa tra pubblico e privato sociale. Il capofila dovrà possedere requisiti e competenze di natura organizzativa, economica e relazionale che dimostrino la capacità di catalizzare e coordinare gli attori e le risorse della comunità. In caso di capofila pubblico, l’accordo di partenariato dovrà essere supportato dai relativi atti amministrativi.
Il progetto potrà essere supportato da una rete territoriale che contribuirà come parte attiva alla progettazione e alla realizzazione delle attività proposte. Potranno essere soggetti della rete territoriale enti locali, organizzazioni del privato sociale, imprese, associazioni di categoria, associazioni imprenditoriali, enti di formazione, scuole e tutti gli enti pubblici e privati funzionali allo scopo. Potranno però essere beneficiari di contributo, a titolo di capofila e/o partner, solo gli enti ammissibili indicati nei “Criteri generali per la concessione di contributi”.
I soggetti capofila di progetti che hanno beneficiato di un contributo nell’edizione precedente del bando, non possono candidarsi nuovamente nel ruolo di capofila.
I progetti dovranno favorire interventi che agiscano in un’ottica di sistema/filiera, ricomponendo le risorse disponibili, ivi comprese quelle comunitarie. Le proposte dovranno lavorare sul potenziamento e l’innovazione delle risposte territoriali, operando sul fronte dell’intercettazione precoce e presa in carico di situazioni di fragilità (degli anziani e delle loro famiglie) non ancora in carico ai servizi e/o sul fronte del bisogno conclamato e della non autosufficienza. Ove opportuno, sarà possibile sperimentare l’utilizzo di nuove tecnologie e del digitale a supporto dell’intervento.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, si identificano alcune possibili aree d’intervento:
• orientamento, intercettazione e presa in carico di nuovi beneficiari non ancora in carico ai servizi, così da includere anziani e famiglie che non sono a conoscenza delle risorse disponibili sul territorio o non trovano risposte ai loro bisogni, attivando ad esempio iniziative in grado di ricomporre le richieste di aiuto e di semplificare i percorsi di attivazione dei servizi attraverso un unico accesso;
• attivazione e/o potenziamento di misure a supporto della domiciliarità (servizi infermieristici, cura della persona, consegna spesa e farmaci a domicilio, socialità, trasporti per visite mediche, supporto psicologico, formazione) fornite anche con l’apporto di volontari, che agiscano in modo integrato e complementare al lavoro degli operatori.
• creazione di presidi territoriali e servizi di prossimità che, in rete con le infrastrutture sociali e sanitarie esistenti, supportino gli anziani e le famiglie di fronte all’insorgenza di specifiche problematiche, anche improvvise (es. servizi dedicati alle demenze, servizi di supporto alle dimissioni protette innovativi e aperti alla comunità, centri diurni/anziani “rivisitati”) che integrino competenze professionali diverse a supporto dell’anziano (MMG, farmacisti, psicologi, infermieri di comunità, educatori, animatori) e al contempo offrano occasioni di sollievo per famiglie e caregiver.
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Potenziare la capacità delle comunità di rispondere ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie.
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